LA SCARPACCIA DI CAMAIORE

Ecco la ricetta originale della Scarpaccia salata di Camaiore.

INGREDIENTI PER SEI PERSONE

 

  • g 500 di zucchini piccoli tagliati sottili
  • 2 cipolline bianche fresche tagliate sottili
  • 4 foglie di basilico
  • g 150 di farina bianca
  • 2 uova
  • g 50 di burro
  • ½ bicchiere di latte
  • olio d’oliva sale e pepe q.b.

PREPARAZIONE

  1. Mettere in una zuppiera farina,  uova, 4 cucchiai d’olio, un pizzico di sale e di pepe, latte allungato con un po’ d’acqua e preparare una pastella.
  2. Girare bene
  3. Unire le verdure con il basilico spezzato e amalgamare.
  4. Imburrare e infarinare una teglia (o usare la carta da forno) e versare il composto fino a raggiungere l’aletezza di 1 cm.
  5. Aggiungere con un filo d’olio
  6. Cuocere in forno a 200 ° C per circa un’ora (deve diventare sottile e croccante)

CASTRUCCIO CASTRACANI E LA NASCITA DELLA SCARPACCIA

L’origine della scarpaccia è legata a Castruccio Castracani, famoso condottiero e signore di Lucca. Durante una marcia lungo la valle del Serchio nella zona di Colognora e Castello di Val di Roggi, l’esercito si trovò a corto di riserve. 

Il malumore iniziava a serpeggiare e quindi Castruccio chiese l’aiuto dei contadini della zona. Essi accorsero subito mettendo a disposizione quello che avevano al momento: alcuni portarono zucchine, altri uova, altri ancora farina. I soldati li amalgamarono insieme e poi li cossero in capienti padelle. E fu così che nacque la Scarpaccia. La leggenda narra che piacque anche molto a tutti.

DA SALATO A DOLCE BUONISSIMO

Passarono gli anni e la Scarpaccia si diffuse molto: era semplice, nutriente e buona. Tanto che dalla fantasia popolare nacque la variante dolce: a Viareggio la Scarpaccia divenne un dolce buonissimo.

L’ORIGINE DEL NOME

A dispetto del finale “accia” che non promette niente di buono, basta un assaggio e il dispregiativo scompare magicamente. La tradizione popolare tramanda due versioni del nome: la prima ci dice che essendo un piatto povero è una cosa di poco conto, proprio come una scarpa vecchia; l’altra invece racconta che il nome derivi dal fatto di essere schiacciata, sottile e crostata come la suola di una scarpa vecchia. Ma, come spesso accade per i piatti poveri popolari, il sapore è unico e sublime: proprio il contrario del nome!

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