Il Parco Minerario di Gavorrano

Gavorrano è situato sul Monte Calvo, nel centro dell’alta Maremma grossetana. Da questo borgo medievale si gode di un bellissimo paesaggio che spazia dal mare alla collina. 

GLI ETRUSCHI

L’origine di Gavorrano è senza dubbio etrusca, come testimoniano i resti di varie necropoli risalenti al VII secolo a.C rinvenute ai piedi del Monte Calvo e appartenenti a insediamenti dipendenti dalla vicina città-stato di Vetulonia.

LE ORIGINI DEL NOME

Le prime attestazioni del nome sono in documenti del 1164, del 1182 e del 1188, nel quale appare come “Gavorano”.

Una prima ipotesi pensa ad una derivazione da un ipotetico “Calvorano”, prendendo spunto dal vicino Monte Calvo, cioè privo di vegetazione.

Ipotesi più accreditate si basano sul fatto che Gavorrano ha sempre avuto stretti e importanti legami con la civiltà etrusca e quindi è molto probabile che nella zona ci fossero le proprietà di un latifondista dal nome gentilizio etrusco Cavura o Capura, latinizzato come Gavura o Gabura. Tale nome infatti compare in vari studi. Quindi è molto probabile che Gavorrano derivi da un fundus Gavuranus o da un fundus Gaburanus, cioè dalle terre di un proprietario romano di origine etrusca, che portava il nome di famiglia Gavura o Gabura.

UN PO’ DI STORIA

Nel primo documento del 1164 Federico I concesse al conte Alberto degli Alberti di Mangona di impossessarsi nuovamente del feudo. Il figlio di Alberto IV, Rainaldo governò Gavorrano fino alla morte. Subentrarono quindi i conti Pannocchieschi d’Elci e Gavorrano fu sottomesso prima al Comune di Volterra, e poi a quello di Massa Marittima (1320). Durante le lotte tra Massa e Siena, finì per essere conquistato dalla città del Palio, anche se per un certo periodo, a partire dal 1379, rimase sotto il controllo della famiglia dei Malavolti. Nel 1465 Gavorrano fu ceduto definitivamente alla Repubblica di Siena e seguì inesorabilmente le sorti dello stato senese, prima di essere annesso al Granducato di Toscana alla metà del XVI secolo.

UNA DELLE MINIERE PIU’ IMPORTANTI D’ITALIA

Dopo secoli di spopolamento e anonimato, fu con l’Unità d’Italia che Gavorrano si impose a livello nazionale. Nel 1898 infatti Francesco Alberti, ex garibaldino, scoprì un importante giacimento di pirite nei pressi del paese. 

In breve tempo Gavorrano divenne un centro minerario di assoluta importanza, possedendo una delle miniere di pirite più importanti d’Europa. Conobbe quindi un forte incremento demografico negli anni dell’attività estrattiva e uno sviluppo urbano non indifferente. Nacquero anche nuovi moderni paesi come Bagno, Filare, Grilli, Potassa.

I MINATORI DI GAVORRANO

Questi paesi nacquero per lo più come dormitori che ospitavano decine e decine di minatori provenienti da ogni parte d’Italia. I “Camerotti”, così venivano chiamati, si trovavano specialmente al Filare. Inizialmente i minatori partivano da soli e in un secondo momento portavano le famiglie in maremma e si trasferivano in un appartamento più grande, al massimo due o tre stanze, principalmente a Bagno di Gavorrano, all’epoca un paese dormitorio, oggi centro più popoloso del comune e il più vicino al mare: dista 11 chilometri dalla spiaggia del Puntone, frazione del comune di Scarlino.

Negli anni della seconda guerra mondiale la povertà era diffusa e nonostante un lavoro duro, faticoso e pericoloso come quello del minatore, le famiglie faticavano ad avere un pasto nel piatto.

IL PARCO MINERARIO NATURALISTICO: UNA PRESTIGIOSA LOCALITA’ TURISTICA

Nel 1960 il territorio di Scarlino e della costa (Puntone, Portiglioni) si staccò da Gavorrano per formare un comune autonomo. Le miniere furono chiuse nel 1981 e vi fu un significativo calo della popolazione. Grazie alla valorizzazione dei vecchi luoghi d’estrazione oggi Gavorrano è un’importante e prestigiosa località turistica.

IL PARCO DELLE ROCCE

Nel 1991 il comune di Gavorrano dette infatti inizio alla progettazione di museo-parco a testimonianza dell’attività mineraria sul Monte Calvo. Da allora è stato realizzato il Parco delle Rocce, con il recupero delle gallerie e la costruzione dell’ingresso al museo composto da biglietteria, sale deposito e dal grande cono della sala del plastico. Un moderno museo multimediale sotterraneo che descrive le fasi del lavoro in miniera e la vita dei minatori a partire dagli anni 50-60 del secolo appena trascorso. La galleria dove è stato realizzato il museo era in origine una riservetta destinata a deposito di esplosivi e materiale detonante utilizzato nell’operazione di abbattimento delle rocce nella miniera di Gavorrano.

IL TEATRO DELLE ROCCE

Inaugurato nel settembre del 2003, per rispondere alla domanda culturale particolarmente intensa durante la stagione estiva nell’area metallifera del grossetano.

È una struttura suggestiva che evoca la forma caratteristica di un antico teatro greco, inserita nella piccola cava semicircolare ai piedi della grande cava di San Rocco.

La Cava di San Rocco, ai cui piedi si trova la piccola cava semicircolare dove è inserito il teatro, era una coltivazione a cielo aperto finalizzata all’estrazione di calcare per la produzione di materiale sterile utilizzato per le ripiene delle gallerie e dei cantieri sotterranei dismessi della miniera.

I gradoni che ospitano i posti per gli spettatori sono stati concepiti per seguire l’andamento del fronte fino a fondersi in maniera unica e suggestiva nei punti di contatto con la parete rocciosa.

Il teatro ospita 2.000 posti ed è divenuto uno spazio culturale polifunzionale per rappresentazioni teatrali, serate musicali, spettacoli di danza, concerti, convegni, manifestazioni d’arte, grandi eventi. Attualmente è sede di un festival che si svolge tutti gli anni da luglio a settembre, oltre ad ospitare il premio letterario internazionale Santa Barbara.

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