Gli avvenimenti misteriosi
Non fu tumulato subito: la salma fu tenuta presso l’altare della cappella del Castello per 39 giorni in attesa dell’autorizzazione del Prefetto di Siena. La sepoltura avvenne quindi il 2 dicembre. Un fatto insolito che anticipava gli avvenimenti ancor più inquietanti che accaddero il giorno del funerale.
Dapprima raffiche di vento interruppero la funzione: le finestre sbattevano a tempo regolare come se fossero spinte da qualcuno. Poco dopo, all’improvviso, uno sciame di falene invase la cappella costringendo molti a fuggire. Ma ciò era niente in confronto a quanto accadde a coloro che trasportavano la bara. Erano in quattro e tutti di stazza potente, ma per varie volte non riuscirono a sollevarla.
Fu allora che il prete si avvicinò alla bara e pronunciò in maniera solenne e decisa varie frasi in latino. La bara divenne improvvisamente leggerissima e la conclusione per tutti fu una sola: l’anima del barone era dannata. E i fatti che aveva commesso in vita avvaloravano questa convinzione. Non aveva ricevuto i sacramenti prima di morire; aveva fatto numerosi torti alla chiesa, imponendole tributi ed espropriandole terreni; aveva aderito alla massoneria e, soprattutto, era stato troppo duro con i suoi contadini, che non dovevano nemmeno mai salutarlo quando passava a ispezionare le vigne perché, diceva, a salutare si toglie tempo al lavoro.
Le anime dannate andavano confinate in un luogo sicuro e un prete cappuccino ordinò che la bara del barone fosse interrata in un dirupo chiamato il Borro dell’Ancherona.