Il Natale è, per i cristiani, la festa della nascita di Gesù. Nella tradizione italiana il simbolo per eccellenza è il presepe, la raffigurazione della Natività.
Il primo presepe inanimato della storia fu realizzato nel 1291 dal poliedrico artista toscano Arnolfo di Cambio, considerato il Giotto della scultura, nella Basilica papale di Santa Maria Maggiore a Roma.
A volerlo fortemente fu Papa Niccolò IV, il primo pontefice francescano, che desiderava avere un modellino della Grotta di Betlemme che rievocasse la rappresentazione storica-teatrale della nascita di Gesù realizzata per la prima volta da San Francesco d’Assisi nel Natale 1223 a Greccio. Alla fine del XVI secolo d.C., il presepe di Arnolfo di Cambio fu smontato e ricomposto nella cripta (oggi chiamata Cappella Sistina, come quella in Vaticano). Oggi è nella teca di cristallo disegnata dall’architetto Giuseppe Valadier, nell’Ottocento.
Papa Niccolò IV fece costruire vicino alla Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, un recinto consacrato al culto della Sacra Grotta per ospitare l’opera.
Fin dalla fine del VII secolo e per tutto il Medioevo, la Basilica di Santa Maria Maggiore era chiamata Sancta Maria in Praesepium, proprio perché vi si trovavano le sacre reliquie della mangiatoia in cui fu deposto il Bambino Gesù e le fasce del Bambinello. Con la caduta della Terra Santa nelle mani degli Arabi e con la prima invasione araba d’Occidente, infatti, erano arrivate le prime reliquie da Betlemme. Tra queste, anche la culla della Natività. I pellegrini si recarono per secoli a Santa Maria Maggiore come alla “Betlemme d’Occidente”.
Il primo presepe della storia si compone di cinque blocchi marmo, che raffigurano Maria con il Bimbo in braccio, san Giuseppe, il bue e l’asinello insieme, due re Magi in piedi nello stesso blocco e l’ultimo con il terzo re Magio in ginocchio. E’ un vero capolavoro d’arte, fortemente innovativo al tempo per la sua eccezionale tridimensionalità e per la policromia, oggi in gran parte perduta. La Madonna è la figura più alta delle altre, per cui si credette a lungo essere opera postuma. Invece fu realizzata dallo stesso Arnolfo di Cambio.
Arnolfo di Cambio, conosciuto anche con il nome del padre Arnolfo di Lapo, nacque a Colle di Val d’Elsa in Toscana e diventò uno scultore, architetto e urbanista molto attivo e famoso soprattutto a Firenze e a Roma nella seconda metà del 1200 e all’inizio del 1300. Dal 1260 al 1270 circa, perfezionò la sua arte scultorea nella Bottega di Nicola Pisano dove lavorò anche assieme al figlio Giovanni Pisano. Collaborò con questi due grandi scultori nella realizzazione di famose opere come l’Arca di San Domenico, esposta nell’omonima chiesa a Bologna, e il Pulpito del Duomo di Siena di Nicola Pisano.
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