Le unghiate del Diavolo e il fantasma di Galilei

Quando la vide d’Annunzio non ebbe alcun dubbio: era talmente bella e perfetta che la chiamò Piazza dei Miracoli. Nel 1987 l’Unesco l’ha inserita nel World Heritage List dei 54 siti italiani. Stiamo parlando della Piazza del Duomo di Pisa che su un’ampia distesa di prato verde accoglie quattro bianchissimi capolavori di arte monumentale medievale: la Torre Pendente, il Camposanto, il Battistero e il Duomo, questi ultimi talmente particolari da aver dato vita a uno stile originale, il “romanico pisano”.

Ma non è delle bellezze architettoniche che vi vogliamo parlare, bensì di alcuni episodi che aleggiano su questa meravigliosa Piazza, tanto da poter essere chiamata anche Piazza dei misteri.
Andiamo per ordine.

Piazza dei Miracoli: il laboratorio scientifico di Galileo Galilei

Galileo Galilei nacque a Pisa. Fu battezzato nello splendido Duomo in Piazza dei Miracoli: l’atto di battesimo conservato negli archivi dell’Arcivescovado, indicava genericamente il luogo di nascita in una delle due parrocchie di Pisa allora dedicate a Sant’Andrea. La casa natale dello scienziato fu infine localizzata nel quartiere di Sant’Andrea, fuori porta ai numeri civici 24 e 26 dell’odierna Via Giusti.
La giovinezza la trascorre nei pressi di Piazza dei Miracoli, nel Palazzo della Sapienza, sede dell’Università  dove studia e poi diventa incompreso e mal pagato docente di matematica. Poi va in Veneto e a 46 anni torna in quel Palazzo come “Matematico primario dello Studio di Pisa” ma esentato dall’insegnarvi per dare libero corso alle sue ricerche. Sempre vicino a Piazza dei Miracoli Galileo punta i suoi cannocchiali verso la volta celeste dalla cima della torre di Palazzo Reale, su Lungarno Pacinotti.

Ma la Piazza stessa fu forse il più importante dei laboratori scientifici per le scoperte di Galileo. Secondo alcuni biografi dello scienziato, come Vincenzo Viviani, lo Scienziato intuì la legge dell’isocronismo delle oscillazioni del pendolo proprio dentro il Duomo, osservando una grande lampada votiva. Invece dalla cima della Torre Pendente, condusse gli esperimenti sulla caduta dei gravi, davanti a un folto gruppo di insegnanti e allievi dell’Università.

Ma veniamo ai nostri giorni. In una soleggiata giornata di fine Luglio del 2014 in Piazza dei Miracoli compare una strana troupe guidata da Massimo Morandi, presidente del National Ghost Uncover, l’associazione nata nel 2010 che ha sede ufficiale a Riccione e organizzativa a Forlì. Ne fanno parte 86 persone divise in 18 gruppi (Milano, Cortina, Venezia, Rimini, Parma, Bari, Portofino, ecc.) in tutta Italia.

I membri, sia chi crede a questi fenomeni, sia chi è assolutamente scettico, hanno lo scopo di raccogliere, catalogare, studiare e possibilmente risolvere segnalazioni di avvistamento di fantasmi avvenute in tutto il paese. Morandi e i suoi si aggiravano sotto la Torre Pendente muniti di attrezzature specialistiche per rilevare la presenza dei fantasmi. Infatti da un po’ arrivavano segnalazioni di persone che giuravano di aver visto in Piazza dei Miracoli il fantasma dello scienziato barbuto. Le ultime, due turisti e una signora di Pisa, dicevano di averci addirittura parlato, proprio sotto la Torre.

Dopo vari rilevamenti in diverse ore del giorno gli apparecchi degli acchiappafantasmi hanno dato il loro responso: il fantasma di Galileo si sarebbe rivelato più volte, quindi la signora pisana ed i due turisti non avrebbero mentito affatto. Galileo Galilei è rimasto affezionato alla sua Piazza anche dopo la morte.

Il Duomo e le unghiate del Diavolo

MA c’è un altro mistero, più famoso e suggestivo, che aleggia su Piazza dei Miracoli, precisamente nella facciata nord della bellissima cattedrale, quella che si affaccia sul Camposanto Monumentale.
Qui si trova un pezzo di marmo di provenienza romana. Se si guarda bene su questa pietra si vedono tanti piccoli buchini. Questi sarebbero proprio le unghiate del Diavolo. La Piazza dei Miracoli non poteva essere portata a compimento: quella straordinaria, disarmante bellezza che già si intuiva durante la costruzione non poteva prendere forma. Sarebbe stato uno schiaffo troppo grosso per il diavolo. Accecato dalla rabbia e dalla voglia di distruzione salì sul tetto per impedire la prosecuzione dei lavori e distruggere anche quanto già fatto. Un angelo riuscì però ad impedire al diavolo di portare a termine il suo piano e, l’unica cosa che il demonio riuscì a fare, fu aggrapparsi con le unghie al pezzo di marmo per lasciare nei secoli il segno indelebile del demonio su tanta bellezza.

Che si tratti di un segno lasciato dal demonio non c’è alcun dubbio: se si prova a contare più i fori lasciati dalle unghiate il conto non torna mai lo stesso. Mai. Nemmeno agli studenti che ogni anno si recano al Duomo per contare i buchini come rito scaramantico dei 100 giorni prima dell’esame di maturità.

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