Porto Ercole tra Vasari e Caravaggio

IL PORTO PIU’ CONTESO DEL CENTRO ITALIA


Il Monte Argentario era in origine un’isola che successivamente si è “ancorata” alla costa da due tomboli, quello della Feniglia e quello della Giannella, che si sono formati per l’accumulo dei detriti trasportati dai fiumi e dalle correnti marine. E’ sul versante sud di questo monte meraviglioso che sorge uno dei Borghi più belli d’Italia: Porto Ercole.
Le vie del centro storico sono molto strette e si snodano in alto sulle scogliere per sfuggire ai pericoli provenienti dal mare. La parte nuova del borgo si trova invece in riva al mare. Il paese è stupendo e ben tenuto, con bei negozi e bei locali. Ne suo porto arrivano ogni anno yacht lussuosi provenienti da ogni parte del mondo.

LA DIFESA DI PORTO ERCOLE: UN PROBLEMA SECOLARE

Porto Ercole fu fondato dagli Etruschi intorno a una caletta che è di fatto un porto naturale. In seguito il piccolo centro fu conquistato dai Romani e divenne un importante porto commerciale. Ma la sua difesa fu sempre un problema che gli abitanti non riuscirono mai a risolvere. Dopo secoli di attacchi dei pirati, il paese visse finalmente un periodo di pace sotto il dominio spagnolo dello Stato dei Presidi.

IL SITEMA DIFENSIVO DELLA REPUBBLICA DI SIENA

Porto Ercole ha uno straordinario valore strategico per la sua posizione geografica al centro del Mar Tirreno. Per questo nel corso dei secoli si sono costruite torri di avvistamento e di segnalazione per far fronte al costante pericolo di incursioni dal mare. Le primissime opere difensive risalgono infatti all’età del Bronzo. Sotto il dominio della potente Repubblica di Siena prese corpo un vero sistema difensivo che interessava globalmente tutta la costa del Promontorio.

LA NASCITA DELLO STATO DEI PRESIDI

Ma furono gli Spagnoli che in pochi anni trasformarono il Monte Argentario in una poderosa macchina bellica con un formidabile complesso di fortificazioni superiore ad ogni altro in Toscana. Nacque così lo Stato dei Presidi, che comprendeva Orbetello, Porto Ercole, Porto S.Stefano e Talamone, ai quali, nel 1.602, si aggiunse la piazzaforte di Porto Longone, nell’Isola d’Elba.

I FORTI SPAGNOLI DI PORTO ERCOLE

Gli Spagnoli investirono molto tempo e denaro per difendere la costa dell’Argentario, poiché essa rappresentava il punto di partenza ideale per i viaggi marittimi verso Napoli, dove governava il loro re.
Il forte Stella è il primo e il più bello dei tre forti spagnoli del XVI secolo di Porto Ercole, ed è anche l’unico aperto al pubblico. Le altre due fortezze, il forte Filippo e il forte di Santa Caterina, sono chiuse ma l’esterno può essere visto dal centro storico.

IL SACCHEGGIO DEL PIRATA BARBAROSSA

Porto Ercole ha così tante fortificazioni anche perché nel 1544 subì uno dei saccheggi più distruttivi e violenti che la storia ricordi. Lo subì da un pirata leggendario, che in molti collochiamo chissà in quale parte del mondo, ma che invece ha navigato anche nei nostri mari: Khair ad Din detto il Barbarossa. Le sue navi assediarono il porto e i suoi pirati misero a ferro e fuoco la città saccheggiando e uccidendo. Furono giorni terribili, che oggi Porto Ercole ricorda con una rievocazione storica molto suggestiva: la notte dei Pirati.

LA PRESA DI PORTO ERCOLE DIPINTA DAL VASARI

A Firenze in Palazzo Vecchio, nel Salone dei Cinquecento, c’è un affresco del Vasari datato 1568/70. Raffigura la presa di Porto Ercole da parte delle truppe fiorentine e spagnole che posero fine al dominio senese durato due secoli. Una battaglia cruenta, che fu celebrata con questo affresco commissionato dai Medici.

PORTO ERCOLE E IL MISTERO DELLA MORTE DI CARAVAGGIO

Nel 1606 MICHELANGELO MERISI detto il Caravaggio uccise a Roma Ranuccio Tomassoni in una rissa durante una partita di pallacorda e perciò fu condannato a morte. Si dette alla fuga e si recò a Napoli poi a Malta. Qui ebbe un diverbio con un cavaliere e per questo fu incarcerato. Evase e raggiunse la Sicilia. Dopo aver peregrinato a Siracusa, Messina e Palermo ritornò a Napoli sotto la protezione della marchesa Costanza Colonna. Nel 1610 lasciò la città di Napoli su una feluca per ritornare a Roma dove aveva ottenuto nel frattempo la grazia. Durante uno scalo a Palo Laziale il comandante della guarnigione lo mise in carcere perchè non sapeva che il pittore aveva ricevuto la grazia.

La feluca proseguì verso Porto Ercole. Quando fu liberato Caravaggio raggiunse Porto Ercole per riprendere le cose che aveva lasciato sulla imbarcazione, che però nel frattempo se n’era andata. Al Caravaggio premeva riprendere in particolare tre quadri, il San Giovannino, San Giovanni e la Maddalena perché erano il suo lasciapassare in quanto li doveva consegnare al cardinale Scipione Borghese. Il 18 luglio 1610, pochi giorni dopo essere giunto a Porto Ercole, Carvaggio morì.

La causa della morte non è mai stata accertata: c’è chi afferma che fosse arrivato a Porto Ercile già moribondo a causa della malaria contratta nel viaggio tormentato, chi invece dice che fu raggiunto e ucciso da dei sicari. Il suo biografo Giovanni Pietro Bellori così riportò: “Agitato miseramente da affanno e da cordoglio, scorrendo il lido al più caldo del sole estivo, giunto a Porto Ercole si abbandonò, e sorpreso da febbre maligna morì in pochi giorni”.

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