Come sempre accade con i piatti popolari, nel tempo si creano numerose varianti.
Ad esempio a Firenze è d’obbligo il timo, nel senese la troviamo con il sedano o fettine di cetriolo, nel livornese aggiungono anche i filetti d’acciuga. Noi la preferiamo così:
LA RICETTA DELLA PANZANELLA
Ingredienti per 4 persone
Pane casalingo raffermo circa 400 grammi
4 pomodori da insalata maturi
2 cipolle rosse toscane
2 cetrioli
Basilico
Olio
Sale
Aceto di vino rosso
Preparazione
Tagliare il pane a fette, immergere in acqua fredda per dieci minuti, strizzare, sbriciolare e adagiare in una zuppiera
Sbucciare e tagliare a fette i pomodori, la cipolla e i cetrioli
Condire poi con olio e sale, mescolare e riporre in frigo.
Servire aggiungendo un po’ d’aceto e qualche fogliolina di basilico.
“Vieni amico. Che fai di là dagli Apennini? Non hai anche tu lavorato a bastanza per la tua sementa di làppole e pugnitopi? Vieni: la panzanella con le cipolline e il basilico è così buona la sera”.
Giosuè Carducci
CHE ESTATE E’ SENZA PANZANELLA?
La panzanella è un piatto freddo contadino che dal luogo di origine si estende in poco tempo in tutta la Toscana, specialmente nel fiorentino, nel senese e nel livornese. Essendo di origini povere, nasce per non buttare via il pane raffermo, ma per riciclarlo e renderlo un piatto gustoso e fresco, adatto alla stagione estiva. Dove nasce la panzanella?
Sembra ormai certo che la panzanella sia nata nelle campagne fiorentine, seguendo l’ abitudine secolare contadina di bagnare il pane secco e condirlo con le verdure dell’orto.
Ma c’è chi afferma che la panzanella sia nata a bordo dei pescherecci livornesi, dove i pescatori portavano del pane indurito, qualche pomodoro e bagnavano il tutto con acqua di mare.
LE ORIGINI DEL NOME
L’origine del nome panzanella è incerta. C’è chi dice che provenire dall’unione di pane e zanella (zuppiera) chi invece lo farebbe derivare da panzana, come in origine veniva chiamata la pappa, o da panza, intesa come manicaretto. Qualunque sia il nome, la panzanella ha conquistato nei secoli il cuore di tutti i buongustai.
LA PANZANELLA E IL BRONZINO
Il Bronzino, pittore fiorentino della corte medicea, scriveva così a proposito della panzanella: “chi vuol trapassar sopra le stelle di melodia v’aggiunga olio e aceto en’tinga il pane e mangi a crepapelle. Una insalata di cipolla trita colla porcellana e cetriuoli vince ogni altro piacer di questa vita“.
Il Bronzino non parla dei pomodori, perché erano ancora poco usati in cucina. Cita invece l’erba porcellana, oggi non più usata, la cipolla e il cetriolo, usato nella versione fiorentina ma non gradito ai senesi.
LA PANZANELLA E IL RE D’ITALIA
Quando Firenze era la Capitale d’Italia, il Barone Ricasoli offrì la panzanella al Re d’Italia Vittorio Emanuele, che spesso era ospite del Barone nel suo castello, a Brolio, non lontano da Firenze.