LA FRITTATA DI VITALBE

Ingredienti per 2 persone

  • Germogli freschi e giovani di vitalba
  • 3 uova
  • due cucchiai di farina 00
  • sale e pepe
  • olio di oliva

Preparazione

  1. Pulire, lavare e tagliare i germogli di vitalba.
  2. Sbollentare i germogli per 5 minuti in acqua bollente e salata
  3. Scolarli, asciugarli e passarli in un cucchiaio di farina.
  4. In una ciotola sbattete i tuorli d’uovo
  5. Unire i germogli di vitalba, un cucchiaio di farina, salare e pepare
  6. Montare a neve gli albumi e aggiungerli al composto
  7. Versare in padella ben caldo.

Volendo possiamo aggiungere aglio all’olio di cottura.

CUCINARE CON LE ERBE

Cucinare con le erbe fa parte della cultura culinaria delle nostre campagne. La cucina povera toscana infatti sapeva utilizzare al meglio le erbe spontanee e soprattutto sapeva riconoscerle… Il sapere nasceva dalla pratica quotidiana e si tramandava di generazione in generazione. Le due erbe di più antica tradizione rurale toscana, arrivate fino a noi e ancora diffuse sono l’asparagina e i germogli di vitalba: sapori semplici ma intensi, ricchi di storia.

LA VITALBA

La vitalba è una pianta arbustiva rampicante il cui fusto legnoso è leggermente peloso. È diffusa su tutto il territorio, dal mare alla fascia submontana, e fiorisce da maggio ad agosto. La Vitalba è considerata infestante e arriva a invadere luoghi non curati anche in città ricoprendo reti di recinzione e piante.

Le sue lunghe liane arrivano a lunghezze ragguardevoli (20-30 metri) creando grovigli inestricabili che tendono a soffocare gli alberi.

Per questo In Nuova Zelanda è stata dichiarata “unwanted organism” (organismo non gradito) e non può essere propagata, distribuita o venduta. Rappresenta infatti, per la sua crescita veloce e vigorosa, una minaccia per le specie native.

Il nome

Il nome Clematis Vitalba deriva sia dal greco klematís, diminutivo di klêma, cioè tralcio di vite, che dal latino vitis alba, cioè vite bianca: questo per la somiglianza dei suoi rami a quelli della vite (si sviluppano infatti alla stessa maniera) e per le sue infiorescenze biancastre.

Questo per quanto riguarda l’aspetto “scientifico”. 

“L’erba dei cenciosi”

Ma la vitalba è conosciuta anche con nomi popolari. Il più diffuso è “piumosa”, che deriva dallo stilo allungato e piumoso dei suoi frutti, gli acheni.  più espressiva è la denominazione di “erba dei cenciosi” in quanto i mendicanti erano soliti procurarsi irritazioni ed ulcerazioni con le foglie di questa pianta allo scopo di impietosire i possibili donatori. La Clematis vitalba infatti è una pianta velenosa per la presenza di alcaloidi e saponine che si accumulano soprattutto negli organi più vecchi.  

La vitalba in cucina: i vitalbini

Sembra strano ma da secoli la VITALBA da secoli viene usata in cucina utilizzando i germogli primaverili, in Toscana chiamati “vitalbini“. Bisogna infatti utilizzare esclusivamente le parti molto giovani della Vitalba, in cui la concentrazione delle sostanza tossiche è molto bassa. Attenzione quindi a saper scegliere i vitalbini nei tempi giusti (e qui è fondamentale il sapere popolare).

Katia Brentani in “Cucinare con erbe, fiori e bacche dell’Appennino” fornisce varie ricette con i germogli di vitalba tra cui la famosa frittata.

Le proprietà curative….

Conosciuta da tempo immemore era usata anche come pianta medicinale, soprattutto come antinevralgico e nelle sciatalgie.

La vitalba è inoltre annoverata come rimedio nei fiori di Bach: con il nome di Clematis è suggerita a chi sogna ad occhi aperti, è indifferente alla vita e fugge dalla realtà.

…. e le proprietà ludiche

Nei tempi passati la parte legnosa veniva tagliata e utilizzata come succedaneo di sigaretta dai ragazzi che non avevano soldi per comprarsele.

Altri usi della vitalba

Nel senese i fusti lunghi come liane venivano lavorati ad intreccio e si ricavavano ceste per la raccolta delle olive. In Alta Garfagnana veniva usata per eliminare il “malocchio” facendo abluzioni col decotto delle foglie di vitalba.

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