La Ciancifricola è un piatto popolare molto semplice ma assai gustoso nato e diffuso in tutta la provincia di Siena.
Ogni momento dell’anno è buono per gustare questo piatto saporito, anche se il periodo migliore è d’estate, quando i pomodori sono freschi e ben maturi. Con i pomodorini San Marzano raggiunge il massimo del gusto. La ricetta è facile e velocissima, ma vi assicurerà l’applauso.
Ciancifricola deriva dall’unione di due termini del dialetto popolare della Terra di Siena.
“Cianciare”.
Ancora oggi nel senese si usa molto un termine dialettale di antiche origini: cianciare. La sua accezione è duplice, positiva quando si usa l’espressione “fare la ciance”, cioè stare insieme a parlare in riposo e ozio, magari dopo una giornata di lavoro, e negativa quando si dice “perdersi in ciance inutili”, cioè perdere tempo.
“Fricolare”
Molto meno usata oggi, ma un tempo assai frequentemente, è invece il termine “fricolare”. Giovanni Righi Parenti nel suo libro “La cucina toscana” ne dà questa definizione: “esprimere tutto quel tramestio e quel darsi da fare, talvolta inconcludente, dei preparativi all’ultimo minuto”.
Forse la fantasia popolare ha scelto questo nome per il tramestio continuo ed energico per amalgamare uova e pomodoro fino a rendere il tutto compatto, ma rigorosamente non asciutto, e per le “ciance” che i contadini facevano nella pausa di metà mattina. Nell’ottocento infatti la ciancifricola era il piatto preferito che dava energia e ristoro prima di riprendere il faticoso lavoro nei campi iniziato all’alba.
La Ciancifricola è talmente diffusa nel senese che in alcune zone prende altri nomi: a Petroio è detta “Spomodorata”, a Montalcino invece “Ova al pomodoro” e nelle Crete senesi è chiamata “Picchio Pacchio”.
Alla fine del settecento il Granduca Pietro Leopoldo chiamò dalla Sicilia degli esperti per insegnare ai contadini delle Crete Senesi come coltivare i pomodori. Questi naturalmente vennero con le famiglie e con loro portarono anche il sugo alla carrettiera. Fu immediatamente usato per variare la Ciancifricola: e nacque il “Picchio Pacchio”, la variante più liquida della Ciancifricola, una “zuppa” che viene versata sulle fette di pane.
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