La Ciancifricola

La Ciancifricola è un piatto popolare molto semplice ma assai gustoso nato e diffuso in tutta la provincia di Siena.

Ogni momento dell’anno è buono per gustare questo piatto saporito, anche se il periodo migliore è d’estate, quando i pomodori sono freschi e ben maturi. Con i pomodorini San Marzano raggiunge il massimo del gusto. La ricetta è facile e velocissima, ma vi assicurerà l’applauso.

LA RICETTA DELLA CIANCIFRICOLA

Ingredienti per 4 persone

  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 cipolla
  • 300 g di pomodori pelati o pomodorini San Marzano
  • 6 uova
  • Brodo vegetale
  • Basilico
  • Olio extarvergine di oliva
  • 4 cucchiai di parmigiano grattugiato 8 cucchiai di olio extravergine d’oliva
  • Sale e pepe

Preparazione

  1. Tritare aglio e cipolla
  2. Rosolare in una padella con olio extravergine d’oliva quanto basta
  3. Non appena il battuto tende ad appassire unire i pomodori
  4. Salare e pepare
  5. Cuocere per 20 minuti lentamente a tegame scoperto
  6. Nel frattempo sbattere le uova in un piatto
  7. Aggiungere due cucchiai di brodo
  8. Aggiungere il basilico spezzettato con le mani e salare
  9. Unire le uova al pomodoro e amalgamare bene ed energicamente con un mestolo di legno
  10. Continuiamo fino a quando tutto è ben cotto ma non asciutto
  11. Servire aggiungendo pepe nero, basilico fresco e accompagnando con fette di pane fresco

“CIANCIARE” + FRICOLARE: L’ORIGINE DEL NOME

Ciancifricola deriva dall’unione di due termini del dialetto popolare della Terra di Siena.

“Cianciare”.
Ancora oggi nel senese si usa molto un termine dialettale di antiche origini: cianciare. La sua accezione è duplice, positiva quando si usa l’espressione “fare la ciance”, cioè stare insieme a parlare in riposo e ozio, magari dopo una giornata di lavoro, e negativa quando si dice “perdersi in ciance inutili”, cioè perdere tempo.

“Fricolare”
Molto meno usata oggi, ma un tempo assai frequentemente, è invece il termine “fricolare”. Giovanni Righi Parenti nel suo libro “La cucina toscana” ne dà questa definizione: “esprimere tutto quel tramestio e quel darsi da fare, talvolta inconcludente, dei preparativi all’ultimo minuto”.

LA PAUSA ENERGETICA DEI CONTADINI

 

Forse la fantasia popolare ha scelto questo nome per il tramestio continuo ed energico per amalgamare uova e pomodoro fino a rendere il tutto compatto, ma rigorosamente non asciutto, e per le “ciance” che i contadini facevano nella pausa di metà mattina. Nell’ottocento infatti la ciancifricola era il piatto preferito che dava energia e ristoro prima di riprendere il faticoso lavoro nei campi iniziato all’alba.


TANTI ALTRI NOMI PER UN PIATTO GUSTOSO

 

La Ciancifricola è talmente diffusa nel senese che in alcune zone prende altri nomi: a Petroio è detta “Spomodorata”, a Montalcino invece “Ova al pomodoro” e nelle Crete senesi è chiamata “Picchio Pacchio”.

UNA VARIANTE DELLE CRETE SENESI: IL “PICCHIO PACCHIO”
 

Alla fine del settecento il Granduca Pietro Leopoldo chiamò dalla Sicilia degli esperti per insegnare ai contadini delle Crete Senesi come coltivare i pomodori. Questi naturalmente vennero con le famiglie e con loro portarono anche il sugo alla carrettiera. Fu immediatamente usato per variare la Ciancifricola: e nacque il “Picchio Pacchio”, la variante più liquida della Ciancifricola, una “zuppa” che viene versata sulle fette di pane.

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