I maestri cestai di Buti

Buti non è solo uno splendido borgo medievale con palazzi maestosi del XVI e XVII secolo, tra i quali la Villa Medicea del 1550 con sale affrescate e un meraviglioso giardino. Adagiato sulle pendici orientali del Monte Pisano Buti è rinomato per la lavorazione del castagno, dal cui legno nascono le bellissime ceste e corbelli lavorati a mano, una perla dell’artigianato tradizionale.

IL SAPIENTE INTRECCIO DEL CASTAGNO…

Un mestiere antico, tipico del Monte Pisano, fatto non solo di esperienza, ma anche di amore e passione necessari in tutte quelle forme di artigianato che si avvicinano all’arte. Perché di arte si tratta il saper scegliere il legno giusto, lavorarlo, ammorbidirlo, intrecciarlo…

…DA BUTI NEL MONDO

A Buti si fanno ceste di castagno da secoli. Il boom si ebbe tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, e negli anni ’50 i fratelli Filippi conquistarono il mercato estero con le loro ceste per verdura e corbelli per i pastifici, per la vendemmia e per il trasporto delle olive, del vasellame, degli asparagi e dei prodotti agricoli.

I MAESTRI CESTAI DI BUTI

L’arte dei Maestri Cestai è quella di intrecciare canne e stecche di castagno diversificate, a seconda dell’uso a cui sono destinate, per la forma del fondo e per il processo lavorativo.

I TIPI DI CESTE E CORBELLI BUTESI

Il fondo rotondo dà vita al CORBELLO, adatto a trasportare vari materiali. Un tempo si diversificavano a seconda di ciò che dovevano contenere: corbelli da pasta, corbelli da zoccoli, corbelli da frutta etc… E’ il cesto più comune, che dà anche il nome al mestiere dei CORBELLAI. La CANESTRA è molto simile, mentre invece la CESTA ha il fondo quadrangolare e serve per asparagi, spinaci e se più piccola “la cestina” serve per fichi secchi. Infine c’è la cesta bucata, la cui intrecciatura è fatta in maniera tale da garantire ai prodotti una buona areazione. La GAVAGNA invece è una cesta di grosse dimensioni con il fondo arrotondato, utilizzata soprattutto per il trasporto di uva.

LE ANTICHE TECNICHE DI TAGLIO E LAVORAZIONE

Ma come vengono intrecciati questi piccoli capolavori?

Per prima cosa è importante scegliere i tronchi di castagno che devono essere piccoli e dritti. Sono chiamati “PEDONI” o “POLLONI” e vengono presi in prossimità delle radici. Al fine di rendere il lavoro più agevole, i tronchi tagliati vengono bagnati con acqua piovana in maniera tale che le fibre possano mantenere quell’elasticità fondamentale per la lavorazione. Successivamente viene la fase dell’immissione nei forni a legna che rendono il pedone pronto per la SCHIAPPATURA, cioè pronto per essere suddiviso in lamine sottili e flessibili, per essere intrecciate facilmente. Si suddividono in: “VINCHI”, lamine lunghe, strette e flessibili; “STECCHE”, piuttosto corte, larghe e spesse; “LUNGAGNE”, lunghe e spesse. Le lungagne costituiscono la base del cesto e la trama verticale dell’intreccio a cui è aggiunta la trama orizzontale dei “VINCHI”. Le tecniche di intreccio sono di tre tipi: “incrociate”, “binarie” e “a graticcio”. Prima dell’intreccio tutte la lamine sono state aggiustate o ridotte: infatti TUTTI tutti i vinchi presenti in un cesto hanno identica lunghezza.

La costruzione del cesto inizia dal fondo a cui segue l’intreccio del tronco. Da ultimo viene fatta la “CALOCCHIA”, cioè la bocca del cesto costruita con legno giovane di castagno piegato in forma circolare, intorno alla quale vengono chiusi gli intrecci della rifinitura.

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