Burlamacco nasce a Viareggio e nel corso del novencento diventa il simbolo del Carnevale di questa bellissima città. La prima edizione del Carnevale di Viareggio risale al 1873, quando venne organizzata una sfilata di carrozze addobbate a festa nella storica Via Regia, nel cuore della città vecchia.
Burlamacco nasce invece nel 1930, quando comparve nei manifesti per il carnevale della Versilia realizzati dal pittore futurista Uberto Bonetti. L’artista ideò anche la sua compagna Ondina, una bagnante in stile anni ’30.
Il nome di questa maschera richiama quello di Buffalmacco, il personaggio del Decameron ideatore di truffe e scherzi ai danni di ingenui malcapitati.
Il costume di Burlamacco è un mix dei costumi delle principali maschere della Commedia dell’arte: indossa il cappello di Rugantino, un costume a scacchi simile a quello di Arlecchino, con la gorgiera bianca di Capitan Fracassa e il pompon di Pierrot.
Non tutti sanno che a Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo si festeggia uno dei Carnevali più antichi d’Italia, una tradizione che risale al lontano 1539.
L’emblema del Carnevale è Re Giocondo, protagonista della sfilata di carri e oggetto di un rito antichissimo, forse di origine contadina.
Ogni anno questo fantoccio gigante fatto di stracci e paglia viene imbottito di petardi e, dopo aver letto il suo testamento in rima che ripercorre l’anno appena trascorso, viene bruciato con delle lanterne nella piazza principale della città.
Stenterello è la maschera toscana più famosa. Nasce a Firenze dalla tradizione della Commedia dell’Arte, insieme alle principali maschere del Carnevale italiano, quando il teatro cessa di essere un fenomeno elitario e lascia spazio a rappresentazioni più popolari, ovvero a personaggi che col tempo assumono caratteri e costumi fissi: dal servo sciocco come Arlecchino fino al Pulcinella di Napoli.
Stenterello nasce nel ‘700 e Pellegrino Artusi ci dice che è l’ultima maschera originaria di questa antica tradizione. Il nome deriva dal suo aspetto gracile: un personaggio così magro che pareva, appunto, “cresciuto a stento”. Fu creato verso la fine del ‘700 dall’attore fiorentino Luigi del Buono che si ispirò a Pulcinella. Stenterello, come tutti i toscani, ha una lingua tagliente e una parlantina sciolta, un carattere eccentrico e brioso. Con il suo costume colorato si caccia nei guai, senza mai perdere l’allegria che lo contraddistingue.
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