Nell’alta Maremma toscana, nel comune di Roccastrada, il paese di Montemassi si erge ai piedi del suo Castello, che lascia ancora intravedere tutta la maestosità di un tempo. Oggi è un piccolo gioiello medievale che conta poche case e pochi abitanti, immerso in una natura stupenda. Ma nel Medioevo Montemassi era importantissimo per la sua posizione e per questo fu molto conteso e quindi al centro di numerose battaglie.
La più celebre e famosa di tutte fu l’assedio di Montemassi del 1328 ad opera dell’esercito senese comandato da Guidoriccio Da Fogliano che portò Siena a conquistare il Castello. Questa fu per la città ghibellina una vittoria importantissima, tanto che venne commissionata al celebre pittore Simone Martini un dipinto per ricordare l’impresa e per celebrare il condottiero che la portò a compimento. Oggi, nella parete più alta della bellissima Sala del Mappamondo all’interno del Palazzo Pubblico di Siena, possiamo ammirare il famoso affresco conosciuto col nome di Guidoriccio.
Ma proprio su questo affresco sono nate controversie e polemiche fra i maggiori critici d’arte di tutto il mondo, che hanno messo il borgo di Montemassi ancora una volta in una posizione di importanza centrale.
Nel dicembre del 1327 i Cappucciani, signori di Montemassi e Sticciano, rompono i patti con la Repubblica di Siena e si ritirano nel Castello di Montemassi.
Iniziarono lunghe trattative diplomatiche che fallirono una dopo l’altra: il 3 aprile 1328 l’esercito Senese guidato dal capitano Guidoriccio da Fogliano giunge in Maremma con 200 cavalli e 600 fanti per cingere d’assedio la città. Il 10 aprile Castruccio Castracani comandante dell’esercito Lucchese invia 400 cavalieri in soccorso di Montemassi. Si guerreggiò per oltre 3 mesi.
Il 25 agosto gli eserciti rivali si scontrarono finalmente in una battaglia campale. Nel frattempo l’esercito senese era cresciuto (900 cavalieri e 9000 fanti, contro 600 cavalieri di Lucca) e le truppe di Castruccio sono costrette alla ritirata verso Lucca. Il 27 agosto 1328 il castello si arrende e agli abitanti viene garantita la salvezza ed un compenso di 1000 fiorini in modo tale da scongiurare nuove ribellioni contro Siena.
L’impresa di Guidoriccio da Fogliano fu piuttosto modesta dal punto di vista militare, ma fu di enorme importanza politica per Siena: Montemassi era stato a lungo un feudo degli Aldobrandeschi e successivamente era divenuto un rifugio sicuro per i fuoriusciti ghibellini appoggiati da Castruccio Castracani, che si opponeva con forza ad una espansione senese.
Nella città di Siena vennero organizzate molte fiaccolate notturne per commemorare la vittoria militare e, come accadeva per le grandi occasioni, fu commissionato a Simone Martini un affresco. A questa impresa viene infatti collegato il documento datato 2 maggio 1330 relativo ad un pagamento fatto a Simone Martini per la realizzazione dell’affresco Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montemassi, nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena.
Sulle pareti del Palazzo, nella Sala detta del Mappamondo, il Governo dei Nove volle celebrare le conquiste che avevano reso grande Siena con affreschi della presa di una lunga serie di castelli e città fortificate del territorio. Tra questi gli episodi della resa di Giuncarico (circa 1314) e della Battaglia in Val di Chiana (affrescata da Lippo Vanni nel 1363) e la glorificazione del condottiero Guidoriccio da Fogliano, capitano dell’esercito senese nell’assedio di Montemassi.
E’ stato per moltissimi anni l’emblema della città e oggi è al centro di un dibattito che coinvolge tutti i critici d’arte e gli studiosi più illustri del mondo: l’autenticità dell’affresco datato 1328, da sempre descritto nelle cronache e attribuito a Simone Martini, è stata messa in discussione.
Nel 1980, durante alcuni lavori di restauro, un altro magnifico affresco è apparso sulla stessa parete, al di sotto di antichi intonaci. Vi si vedono rappresentati due condottieri e sullo sfondo un borgo con una chiesa e un’alta torre, circondati da palizzate difensive.
La qualità del dipinto è altissima tanto da poter sostenere un’attribuzione a Simone Martini. La datazione può benissimo collocarsi intorno al 1314 e la descrizione che appare nelle fonti antiche si adatta al soggetto. A questo punto sorge spontanea la domanda: quale dei due è il Guidoriccio autentico, quello dipinto da Simone Martini?
La differenza stilistica ed esecutiva con gli altri affreschi di Simone Martini sembra oggi risultare palese. Eppure i critici hanno sempre attribuito il Guidoriccio a Simone Martini, e i libri di storia dell’arte hanno sempre confermato questa visione.
L’affresco che fu scoperto nel 1980 raffigura un personaggio in abiti civili con in mano una spada e un castellano in atteggiamento di resa. Si tratta del conte Aldobrandeschi che nel 1331, dopo la conquista da parte di Guidoriccio del castello di Arcidosso, si arrese cedendo anche Casteldelpiano. Il castello raffigurato in questo affresco sarebbe proprio quello di Arcidosso, come si evince dall’albero (una quercia) che appare su una delle torri: lo stemma della città di Arcidosso, in uso ancora oggi come emblema comunale.
La figura di colui che potrebbe essere il vero Guidoriccio, ovvero quella in possesso della spada, presenta segni di vernice blu oltre a graffi e sfregi fatti con sassi e bastoni. Guidoriccio fu cacciato da Siena nel 1333 dopo essersi unito ai nemici della città: ecco il vero motivo per cui l’effige del vero Guidoriccio venne cancellata: una sorta di damnatio memoriae, che fu completa quando al posto dell’affresco venuto alla luce nel 1980 fu collocato il mappamondo ruotante (che ha provocato i segni presenti sull’affresco inferiore).
Sappiamo che dopo molti anni il condottiero di ventura fu richiamato a Siena dove morì e fu sepolto con grandi onori.
Probabile che agli inizi del ‘400, si fosse voluto ricordare quel periodo della città e rimettere insieme alle altre l’importante vittoria contro i lucchesi a Montemassi. A conferma di ciò il fatto che l’usanza di celebrare i condottieri a cavallo è arrivata solo nel ‘400.
A questo punto: chi è l’autore del “falso”, ma famosissimo, Guidoriccio? Il mistero della battaglia di Montemassi continua…
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